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29 marzo.
Nel primo pomeriggio arriviamo a Cordoba.
Giunti in centro il navigatore del telefonino si perde nei vicoli, tra sensi unici e strade pedonali. Alla fine avventurosamente arriviamo in albergo, l'Hotel Maestre in Calle Romero Bastos. Per fortuna l'albergo ha un parcheggio. Ci avevano assegnato un grande appartamento con soggiorno e cucina, ma molto buio essendo seminterrato. Cambiamo con una stanza più piccola ma luminosa.
Incontriamo Isabel alle 16 e cominciamo un lungo giro per il centro, lungo stradine bellissime fino ad arrivare alla Mezquita.
La grande moschea è strepitosa, forse il monumento più suggestivo che abbiamo mai visitato.
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Purtroppo la moschea è affollata di turisti ed è molto difficile fare una foto senza includere quelli che si fanno i selfie
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malauguratamente dopo la conquista di Cordoba da parte dei cristiani la struttura della moschea è stata pesantemente modificata, inserendo al suo centro una ingombrante e brutta cattedrale, voluta da Carlo V
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che qui vediamo in tutta la sua pacchianeria
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le arcate arabe si inseguono senza fine
nella sua struttura originale la moschea non aveva mura perimetrali e le interminabili prospettive di archi e colonne si aprivano sui giardini
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blasfema sovrapposizione di culti e stili
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un arco che sembra dare accesso a una stanza tutta d'oro
in realtà e un mihrab, cioè una nicchia per la preghiera, orientata verso la Mecca.
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anche la cupola è d'oro
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le straordinarie prospettive di archi e colonne che suggeriscono un bosco di palme
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ancora oro
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tra archi e decorazioni
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usciamo dalla mesquita e giriamo per stradine piene di fiori
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vicolo cieco con gerani
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ci intrufoliamo in un cortiletto di una casa privata
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panini peravigliosi, ma l'imbottitura sembra un po' grassa
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il centro della città è ricco di belle costruzioni e al di fuori dei monumenti più celebri c'è pochissima gente
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Il museo della corrida, con toro nero e tanti gatti neri
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Quello della statua, col nasone e il cappello con le orecchie che sembra Topolino è Manolete, considerato uno dei più grandi toreri di tutti i tempi, ucciso proprio da un toro nero nel 1947.
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Visitiamo un museo dell'alchimia, ma la cosa più intressante è la porta.
Il problema del museo sta nel fatto che gli organizzatori sono in modo evidente degli adepti dell'alchimia e dell'occultismo, quindi nell'esposizione è incerto il confine tra mito e realtà
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visita all'alcazar dei re cristiani, con bei mosaici romani
amore e psiche
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polifemo e galatea: nell'odissea polifemo è un brutto mostro scemo e crudele, ma in altre storie, come riportato anche da ovidio, è capace di innamorasi di una bella ninfa.
Questo poi di occhi ne ha tre invece che uno solo: Ulisse avrebbe avuto un bel da fare per accecarlo
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sulle mura dell'alcazar
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splendidi i giardini dell'alcazar, pieni di famiglie che festeggiano la cresima dei bambini, con i cresimati vestiti strani, uno da marinaretto, uno da ammiraglio uno da generale e le bambine vestite da sposa.
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le mura della mesquita
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La chiesa di San Pablo
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la madonna è proprio elegante, anche con il fazzoletto ricamato.
La cosa più curiosa è il rosario: chissà se diceva le preghiere... ave maria... invocando se stessa
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caramelle di tutte le forme e colori!
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30 marzo
La mattina dopo giriamo ancora per la città
Santa Marina de Aguas Santas. Santa Marina di Ourense fu martirizzata secondo la agiografia nella località di Aguas Santas vicino a Ourense, in Galizia.
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Santa Marina, un portale laterale.
E' una delle chiese cristiane più antiche della città, costruita ai tempi del Re Ferdinando III di castiglia nel XIII secolo, dove prima sorgeva un tempio visigoto, poi rimpiazzato da una moschea.
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carina la statua che annaffia i fiori. Questi vasi vengono davvero annaffiati così.
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un matrimonio con vestiti meravigliosi: saranno più belle le bambine, la nonna o la signora in rosso?
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il cortile del palazzo degli uffici del comune, dove si organizzano anche giochi per bambini e attività per anziani
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Ecco i bambini intenti a comporre puzzle
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i corridoi del comune
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una mostra di vignette satiriche su Francisco Quevedo, grande poeta e scrittore spagnolo vissuto tra il '500 e il '600.
Spadaccino, celebre anche per le sue satire e per la miopia, un po' zoppo e con le gambe storte.
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La rivaltà tra Quevedo e Luis de Gongora, altro grande poeta suo contemporaneo, portò alla composizione di satire famose come quella in cui Quevedo sbeffeggia il naso di Gongora...."Erase un hombre a una nariz pegado, Erase una nariz superlativa...." (era un uomo appiccicato a un naso, era un naso superlativo).
D'altra parte Quevedo è autore di un "Poema al Pedo (ode al Peto)"
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una bella grondaia con drago di lamiera
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il cavallo con le scarpe di gomma
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chissà a cosa si riferiscono tutti gli scheletrini
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un bel cortile
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il ponte romano sul Guadalquivir
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La chiesa di San Francisco y san Eulogio
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