Da Puno ci dirigiamo a NO, per raggiungere Cusco e poi Machu Picchu.
Trasferimento lungo che richiederrà tutta la giornata, considerando le soste
per visitare
diversi posti interessanti come Sillustani, Raqchi e Andahuailillas.
La visita di Cusco, dei suoi dintorni e della Valle Sacra fino a Machu Picchu
richiede alcuni giorni.
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Partiamo per Cusco. L'autista è molto taciturno e quasi ignaro di tutto quello che c'è lungo il percorso. Si interessa solo di quello che si coltiva e si alleva in italia. Se gli chiedi cosa vuol dire qualche nome che vedi lungo la strada ottieni risposte curiose. Ad esempio passando per un paese che si chiama Picchu, incuriosito dalla somiglianza con Machu Picchu chiedo che cosa vuol dire picchu e ottengo questa brillante spiegazione: ogni paese deve avere il suo nome, questo si chiama Picchu e quello Machu Picchu.
Qui siamo a Sillustani |
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Le torri funerarie di Sillustani. Questa regione vicino al Titicaca era abitata dalla popolazione dei Colla. Queste torri, alte più di 10 metri, erano i sepolcri di famiglie nobili.
Ricorda un po' la tomba di Cecilia Metella, molto più rudimentale. |
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Assieme alle salme venivano posti nelle torri strumenti, armi e cibi. |
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Nella zona le case dei contadini sono organizzate come dei micro villaggi, circondati da un muro |
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L' ingresso è sormontato da un arco ornato con il simbolo dei due tori |
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Dentro il recinto ci sono diverse capanne, una anche per i cuì, i porcellini d'india. |
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Questo fa un tappeto, annodando su un ordito dei fiocchi di filo di lana che poi taglia a misura con il coltello. |
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La cucina all'aperto con le scodelle di zuppa già pronte |
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Veduta di insieme. Alcuni di questi micro villaggi offrono anche ospitalità per i turisti |
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Raqchi, la chiesa.
Prima di Raqchi. ci siamo fermati a mangiare in un self service per turisti, caro in modo spropositato rispetto agli standard peruviani (35 soles = 10 euro a testa) considerando che ieri a Puno abbiamo mangiato in ristorante, bene e serviti a tavola (porcellino d'india (cuì) arrosto e contorno di banane e yucca fritte), con 23 soles (6.5 euro) in due. I tour operators utilizzano solo locali per turisti e non quelli dove vanno i peruviani, dove invece si spende meno e si mangia meglio. Abbiamo chiesto all'autista, che ci risponde che tra Puno e Cuzco non ci sono altri locali in cui si possa andare! Mentalità da americani. |
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Queste che sembrano torte nuziali invece sono le macchine a spalla che sfilano nelle processioni portando madonne e santi. |
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Il tempio di Viracocha, il grande dio creatore. La struttura era enorme e quello che vediamo era il muro centrale, alto più di 10 metri, che sosteneva un tetto a due spioventi i cui estremi poggiavano sulle colonne oggi tronche.
Nella loro furia insensata gli spagnoli demolirono quasi completamente Il tempio. |
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Il tempio doveva essere enorme
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Abitazioni di sacerdoti e amministratori |
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I magazzini |
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Questa era una delle località più sacre dell'impero Inca. Intorno al tempio le abitazioni di sacerdoti e i magazzini costituivano una vera e propria cittadina.
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Accanto alle rovine un vitello, in mancanza di meglio, succhia un corno della madre |
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La padrona del vitello sgrana piselli e dà da mangiare alla vacca le foglie.
Prima ci guarda un po' sospettosa ma quando ci informiamo sull'età e la salute del vitello si scioglie.
Viaggiare nei paesi di lingua spagnola permette di interagire facilmente con i paesani. Il fatto che Paola parli lo spagnolo Argentino quasi come lingua madre rende i contatti facili e permette di socializzare.
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Croce con paramenti sacri. Chissà che cosa significa.
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Qui si usano cappelli da cinese. In ogni villaggio la foggia dei vestiti e soprattutto dei cappelli cambia.
Pare che l'origine risalga ai tempi della conquista, quando gli spagnoli obbligarono i paesani a indossare vestiti di foggia europea e soprattutto con caratteri che permettessero agli occupanti di riconoscere a colpo d'occhio il villaggio di provenienza dei loro sottoposti (che poi erano i padroni di casa!) |
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Scale per persone agili sulle mura che sostengono i terrazzamenti che circondano il villaggio. Con scle così non si spreca terreno |
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La chiesa di Andahuailillas, due bambini seduti sulle scale |
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forse questa è la sacrestia.
La piazzetta del paese è deliziosa e anche la chiesa dei Gesuiti, completamente affrescata e considerata la Cappella Sistina del Perù.
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L'ingresso è a pagamento. Mi sono rifiutato di dare soldi alla Compagnia per entrare in quella che, secondo loro, dovrebbe essere la casa di dio. Quindi sono rimasto fuori a giocare con i due bambini, che avevano delle elichette volanti di plastica da lanciare con un bastoncino.
Mi sono divertito moltissimo
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Arriviamo a Cusco (o Cuzco) in tarda serata. Al mattino presto facciamo una passeggiata in centro prima di partire per un'escursione nei dintorni della città. Fa decisamente fresco, del resto siamo a oltre 3400 metri.
Cusco era la capitale dell'Impero Inca e dopo la conquista spagnola fu per alcuni anni la più importante città del Peru coloniale, prima che la capitale fosse posta a Lima. |
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Le imponenti mura di Pukapukara, probabilmente una postazione di guardia lungo la via di accesso a Cusco
I blocchi sono lavorati a incastro con estrema precisione |
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Tambomachay, il tempio dell'acqua, detto anche "El baño del Inca". |
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Il simbolo con i due tori si complica con una croce e un orcio. Ne troveremo di più complicati.
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altra foggia di cappello in testa alla signora con la faccia volpina |
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Sacsaywamàn, cittadella fortificata con mura ciclopiche a zig zag su tre livelli.
Qui avvenne la battaglia finale tra gli uomini di Pizarro e l'esercito dell'Inca Manco. Dopo una fase iniziale in cui le forze di Manco sembrarono prevalere gli spagnoli ebbero il sopravvento, massacrando gran parte dei nemici. Questo evento segnò definitivamente il possesso spagnolo di Cusco. |
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Il pomo a forma di testa di puma di un paletto che sostiene un cordone di delimitazione attorno alle mura
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L'aquilone è un gioco molto diffuso.
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Sacsaywamàn, mura ciclopiche a zig zag
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Sacsaywamàn, mura ciclopiche
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Cuzco, la Plaza de Armas vista da Sacsaywamàn (in Perù la piazza principale di tutte le città si chiama così. In Argentina invece tutte le piazze principali sono intitolate al Libertador, José de San Martín, che ha liberato dagli spagnoli l'Argentina, ma anche il Perù). Di fronte la chiesa della Compagnia e sulla sinistra le torri della cattedrale.
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A Cusco sembrano antichi anche i semafori e i lampioni.
Come in tutte le città Peruviane che abbiamo visitato i semafori indicano quanti secondi rimangono prima del cambio di colore
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sembra una specie di salvia
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Il cortile del convento di Santo Domingo. Questo edificio è stato costruito dagli spagnoli dopo aver demolito il Qorikancha, il più grandioso e ricco tempio degli Inca. Secondo gli annali i muri del tempio erano rivestiti da 700 lamine di oro massiccio ciascuna del peso di 2 kg. La fontana che si vede al centro di questo cortile era ornata da 55 kg di oro scolpito. Il tempio conteneva un immenso tesoro di statue in oro e, secondo Garcilaso, un grande piazzale antistante al tempio durante le cerimonie veniva riempito di oggetti preziosi.
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Riflessi su una vetrina del museo
Pochi mesi dopo l'arrivo degli spagnoli tutto era stato rubato e fuso.
Abbiamo notato un ovvio risentimento verso i conquistatori spagnoli da parte di molti Peruviani. Parlando del domenicano Valverde (quello che a Cajamarca, pretendendo che l'imperatore Atahualpa pregasse sulla Bibbia fornì il pretesto per il primo grande massacro), io ho detto che mi sembrava un gran figlio di puttana: il nostro autista e la guida hanno approvato con entusiasmo.
In un museo si proiettava in continuo un film su Tupac Amaru II, il nobile Peruviano che a metà del '700 guidò una rivolta contro gli spagnoli, rivendicando per i nativi migliori condizioni di vita. Tupac Amaru, catturato, venne torturato e, legato mani e piedi a quattro cavalli, venne squartato nella piazza di Cusco. Il film è un pesante atto di accusa contro gli spagnoli che, giustamente, fanno la figura di ottusi e feroci tiranni. |
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La loggia del cortile di Santo Domingo
Valverde divenne poi vescovo di Cusco, e per fortuna alla fine venne giustiziato dagli indigeni in Equador e sembra anche che se lo siano mangiato.
In altra occasione ci è stato detto che alcune guide rifiutano di accompagnare clienti spagnoli.
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pietre a incastro, con mortasa e tenone, Tutto fatto senza strumenti di metallo. |
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Qui c'era anche il tempio del sole. Questa piastra d'oro è una riproduzione moderna di un disegno di Juan Santa Cruz Pachacuti, uno scrittore indio "civilizzato" della fine del '500, che descrive la cosmogonia incaica.
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Madonna con bambino in stile andino: lui con poncho e berretto di lana con le orecchie e lei che, con trecce e costume, fila la lana.
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Cusco. Portici di Plaza de Armas
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Balconi di legno intagliato
Architettonicamente e urbanisticamente il centro della città mostra chiaramente la sua storia. Gli spagnoli distrussero tutti gli edifici, sia palazzi che templi e ne usarono le fondamenta per le loro costruzioni. Molti edifici quindi per i primi metri mostrano gli antichi massi squadrati a incastro e solo nella parte più alta sono in muratura.
Nel complesso la città spagnola antica è rimasta intatta fino a oggi
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Cusco, la cattedrale. Pare che ai tempi della costruzione delle due chiese ci fosse una gara a chi la faceva più bella, se il vescovo o i gesuiti.
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Cusco, la chiesa della Compagnia
Il risultato è che, almeno come interni, le due chiese sono sovraccariche e pacchiane.
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Cusco. Il demonio sconfitto dall'arcangelo Michele
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Cusco. Museo storico e casa di Garcilaso de la Vega (El Inca Garcilaso, figlio di una nobile inca e di un ufficiale spagnolo, è il cronista che, orgoglioso delle sue origini, ci ha lasciato il più importante documento sulla civiltà Inca e sulla conquista, i Comentarios Reales de los Incas. Da leggere)
Nel cortile un grande poster illustra la cronologia dello sviluppo delle culture umane. Ci sono tutti i continenti, compresa la Cina con l'uomo di Pechino, ma incredibilmente manca l'Africa, culla dell'umanità.
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Santiago Matamoros (ammazzamori). Santiago (San Giacomo) sarebbe apparso durante la leggendaria battaglia di Clavijo e condusse gli spagnoli alla vittoria contro i mori
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Santiago Mataindios (ammazzaindios), c'è la statua...
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... e anche il quadro del santo che calpesta i poveri indios.
Gli spagnoli andavano all'assalto al grido "Santiago y cierra, España" che si può tradurre "Santiago e addosso, Spagna!".
Pare che quando Pizarro e soci massacravano gli indigeni a migliaia gli apparisse Santiago per incoraggiarli. Che vergogna!
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Questo quadro raffigura non so quale santo indaffarato con le tette della madonna.
Mi sembra vagamente blasfemo. Intanto quello con la barba e l'ostensorio sbircia e gli angioletti ghignano maliziosamente. La madonna guarda benevola e ha le guance arrossate.
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Crocefisso con gonnellone di trine
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Allontanandosi dalla Piazza de Armas si trovano stradine e piazze dall'atmosfera paesana
Questa è la piazzetta San Blas
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L'acqua santa non basta mai
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Sono straordinari gli ex voto ai piedi del bambinello. La foto è scadente, fatta con il telefonino in ambiente buio e di nascosto, visto che era proibito fotografare. Ma era troppo bello!
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Macchina misteriosa
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Al crepuscolo e la sera Plaza de Armas è molto suggestiva.
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Al mattino presto partiamo per visitare la valle sacra e avvicinarci a Machu Picchu.
Il simbolo con i due tori qui ha raggiunto il massimo della complessità
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Il villaggio di Chinchero sorge su un altipiano e si affaccia su grandi campi pianeggianti.
Una signora lavora per produrre le patate disidratate (chuño)
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ha pestato con i piedi le patate appena scongelate per spremere via l'acqua. Ora le sbuccia. Paola collabora con la signora.
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Il villaggio è grazioso
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Nel villaggio c'è una bella chiesetta
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Con affreschi molto interessanti
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Il villaggio circondato dai suoi terrazzamenti
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A Chinchero un laboratorio artigianale produce bei tessuti di lana.
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Questa signorina ci mostra le tecniche di produzione:
filatura
Paola si immedesima
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preparazione delle tinture vegetali o di cocciniglia
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Tintura della lana (si è tinta con la cocciniglia anche le labbra)
Cambiando l'acidità del bagno il colore della cocciniglia vira dal rosso al viola |
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Credo che questo si chiami Nevado Sahuasiray, alto oltre 5700 metri |
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le andenes concentriche di Maras |
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Questi terrazzamenti non sono semplicemente degli scalini di terra sostenuti da muri di pietra: la terra poggia su un sistema di drenaggio che evita il ristagno dell'acqua anche ai livelli più bassi. |
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Questi terrazzamenti, posti all'interno di avvallamenti naturali del terreno, fornivano delle condizioni microclimatiche favorevoli, permettendo anche a quote elevate la coltivazione di piante sensibili al freddo. |
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i celebri maiali da pelliccia |
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Il complesso delle saline di Moray. |
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Queste vasche sono alimentate da una sorgente termale di acqua molto calda e quasi satura di sale
Le saline sono in attività produttiva da tempi molto remoti |
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L'acqua salata alimenta le vasche poste ai diversi livelli fluendo attraverso una serie di canaletti |
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Vasche pronte per la raccolta del sale |
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Si va al lavoro
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Raccolta del sale. Notare che uno dei lavoranti porta gli stivali, mentre uno è a piedi scalzi. Mi chiedo come sarà la pelle a fine giornata! |
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Trasporto del prodotto |
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Ollantaytambo. Da qui parte il trenino che ci porterà ad Aguas Calientes, punto di partenza per le escursioni a Machu Picchu.
Il paese è abitato ininterrottamente dal tempo degli Inca fino ad oggi. Le strade e le case sono per metà inca e per metà moderne
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Questo è il bar di Ollantaytambo dove andiamo a bere una chicha, la birra di mais accompagnati da Vichi, la nostra guida.
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Questa è la barista: attinge la chicha da una tinozza. E' un liquido grigiastro torbido. Stiamo per portare il bicchiere alle labbra quando veniamo fermati. La nostra guida ci toglie i bicchieri e versa a terra tre porzioni come offerta alla pachamama. Poi si beve. Non è cattiva, ma neanche entusiasmante. Noi ne beviamo mezzo bicchiere in due. Vichi se ne scola due bicchieroni. La bevanda è alcolica, mi sembra più della nostra birra. |
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Vichi è diventata all'improvviso loquace. Effetto della Chicha?
Questi signori stanno lavando la strada, con un sistema interessante. Deviano il ruscello che costeggia la strada con una diga fatta di sacchetti di plastica in modo che l'acqua scorra sul selciato lavandolo alla perfezione. Poi spostano la diga e così via. |
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Un truce re incoronato da torri. Sarebbe la immagine di Wiracochan (o Viracochan), il messaggero del dio creatore Viracocha. Non si sa bene se sia naturale o aiutata dall'uomo. |
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Taxi triciclo, molto più lussuoso di quelli di Iquitos. Coperto e chiuso, visto che non siamo al caldo dell'amazzonia
Fino al villaggio di Ollantaytambo, relativamente poco frequentato dai turisti, ci siamo trovati in una dimensione ragionevolmente umana.
Arrivati alle rovine della antica Ollantaytambo
e poi alla stazione del trenino per Aguas Calientes e fino a Machu Picchu siamo stati catturati da una spaventosa macchina turistica, dove vieni inquadrato e sballottolato senza pietà. |
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Prima di visitare le rovine della antica Ollantaytambo, Vichi si ritira ai bagni, dopo un po' ritorna rinfrescata. Si sarà sciacquata dai fumi della chicha. |
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A Ollantaytambo, ricca di acqua, ci sono molte fontane |
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Su treno per Aguas Calientes c'è una comitiva di giapponesi che fotografano tutto, compreso il bicchiere dell'aranciata, lanciando grida di giubilo.
Poi si ammucchiano per guardare tutti insieme le foto sul display della macchinetta fotografica e ridono come pazzi.
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Con il trenino da Ollantaytambo raggiungiamo Aguas Calientes, punto di partenza per la visita a Machu Picchu. Ceniamo in un locale super economico (abbiamo chiesto alla guida che ci accompagnerà a Machu Picchu dove andava a mangiare lui e non dove mandava i turisti). Mangiato un eccellente pollo alla griglia e patate fritte, tutto per 20 soles in due (meno di 6 euro) compresa una bottiglietta di acqua minerale (ma un solo bicchiere in due!).
Piove a dirotto tutta la notte, al mattino piove ancora. Manca la corrente in tutto il paese (e mancherà fino a sera). |
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Decidiamo di aspettare le 11 per prendere l'autobus per Machu Picchu, visto che il tempo sembra in miglioramento.
Nell'attesa una passeggiata lungo il fiume Urubamba.
L'ambiente nella valle dell'Urubamba è di foresta pluviale (infatti piove)
Ci sono alberi fioriti bellissimi
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Piante con frutti di aspetto strano |
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E' una cucurbitacea, come le zucche.
Quando il frutto si apre espone quella buffa protuberanza bitorzoluta, |
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che si vede meglio di profilo. Credo che sia Cyclanthera brachystachya, cocomero della bolivia, un rampicante. Pare che i frutti si possano mangiare. Il frutto esplode come il nostro cocomero asinino, che però è più potente, proiettando i semi a distanza di alcuni metri |
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Credo che sia una Kalanchoe |
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Credo che sia una Kalanchoe. Una specie simile si usa da noi come ornamentale ed è infestante |
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L'autobus in mezz'ora, percorrendo una bellissima strada sterrata a tornanti in mezzo alla foresta ci porta a Machu Picchu.
Ci sono autobus in continuazione per trasportare le torme di turisti. |
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L'aver ritardato la partenza fino alle 11 ci ha permesso di evitare le ore di maggior affollamento. Moltissimi turisti partono con i primi bus del mattino, in modo tale da finire la visita in tempo per prendere un treno che permetta di rientrare presto a Cusco. Noi abbiamo prenotato il posto su un treno del tardo pomeriggio e quindi non abbiamo alcuna fretta (Arriveremo a Cusco molto tardi). |
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La vista sul fiume Urubamba, in fondo alla valle è bellissima |
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Il tempio del sole e sullo sfondo il fiume |
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Un' orchidea, credo Sobralia dichotoma |
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Machu Picchu è un bel posto e molto interessante. L'ambiente di montagne e di gole in cui si trova lo rende particolarmente suggestivo |
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Probabilmente, trasportato in pianura, diventerebbe un sito archeologico inca come molti altri. |
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La visione di insieme rende bene l'inserimento della città nell'ambiente di montagne ammantate di foresta |
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Rientrando ad Aguas Calientes facciamo un giro nella strada che passa tra il fiume e la foresta. La vegetazione è rigogliosa.
Questa è della famiglia dei peperoni e dei pomodori, una solanacea. |
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Credo che sia un ibisco, forse Malvaviscus arboreus |
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Il fiume Urubamba.
Ricordate Marquez, Cent'anni di solitudine, a proposito di Macondo ? "sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche." |
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Fiori di Heliconia, parente delle banane
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credo che sia una solanacea, Streptosolen jamesonii |
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qui vista di profilo
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Iridacea? |
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Credo che anche questo sia una fuchsia |
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la stessa ancora in boccio |
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Questo è un parente della Malva, Abutilon, da noi coltivato come ornamentale.
Qui cresce in mezzo alla strada! |
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Credo che sia una Fuchsia (Fuchsia boliviana) |
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Begonie
Anche queste noi le coltiviamo con fatica e qui sono come la gramigna |
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Credo che sia della famiglia della salvia, una labiata. Salvia leucantha. |
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Canna, forse Canna indica |
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Potrebbe essere un coleottero Crisomelide |
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Cobaea scandens, una Polemoniacea |
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Il suo frutto |
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Questo non so che cosa sia |