Dopo la visita alla Warariki Beach ripassiamo per Takaka e Motueka e ci dirigiamo a sud verso Saint Arnaud, sui Nelson Lakes

 

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Nei laghetti lungo la strada incontriamo un Cavaliere d'Italia

 

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La regione pianeggiante intorno a Tapawera oltre alle solite pecore, personaggi predominanti in questo Paese, è importante per la produzione di ribes nero e lamponi.

Ariviamo quindi a Saint Arnaud, che non è un santo ma un generale,  sui Nelson Lakes per la notte e eventuali passeggiate domani.

E' curiosa la storia del nome di questo paese: prima si chiamava Rotoiti, ma poi, per evitare confusione con un altro paese dallo stesso nome, il New Zealand Geographic Board decise di adottare il nome di Saint Arnaud.

 

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Non so il perchè della scelta del nome Saint Arnaud (di lui, Armand Jacques Achille Leroy de Saint-Arnaud, Victor Hugo scrisse: "ha lo stato di servizio di uno sciacallo").

Comunque gli abitanti preferiscono il nome di Rotoiti e hanno fatto richiesta di tornare alla vecchia denominazione.

Andiamo a vedere il lago Rotoiti e subito si verifica un assalto di moscerini vampiri. Il tempo è minaccioso e le previsioni  locali danno pioggia per domani

 

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Anche qui i turisti sono numerosi...

 

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... e molto distinti.

 

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Questi monti sono coperti da boschi di faggio, molto diversi da quelli nostrani.

 

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Qui ce ne sono almeno due specie, e i boschi sono molto diversi dalle nostra faggete: il sottobosco è foltissimo e praticamente non percorribile.

 

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Al mattino il tempo non è migliorato

 

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ma comunque le luci sono bellissime e i moscerini cattivissimi

 

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Poi a ovest verso Westport, strada tortuosa nelle gole del fiume Buller.

Ogni tanto cartelli minacciosi. Il problema dei Possum, importati dall'Australia per la bellezza della pelliccia, è gravissimo. Si sono riprodotti sfrenatamente, in assenza di competitori e producono danni enormi.

Vengono combattuti in tutti i modi, tra cui il cianuro.

 

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Ponte sospeso sul fiume Buller, bellissimo anche se piove. Intorno foreste sterminate, deserte.

 

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Una passeggiata sul ponte un po' scivoloso per la pioggia.

 

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I cavi che si vedono sopra il ponte servono per una attività che deve essere emozionante: il volontario viene agganciato a una carrucola e lanciato lungo il cavo che decorre in discesa! Noi ci limitiamo ad andare a piedi.

Camminando sul ponte, questo oscilla su e giù e ci si sente molto molleggiati.

 

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Quello che si vede in fondo è l'arrivo della scarrucolata lungo la corda!

Dopo Westport risaliamo la West Coast (detta Wet Coast, perchè piove molto!) verso Karamea. Zona poco abitata, a Granity facciamo una sosta per cappuccino e pipì in un locale da film, con vecchi che bevono e una coppia che gioca a freccette, lui sembra deficiente. Pare che qui siano tutti alcolizzati.

Poi la strada si inerpica tortuosissima nella foresta, piove a scrosci. Infine si scende verso Karamea.

 

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Da Karamea ci dirigiamo a nord, lungo la costa per una decina di kilometri, poi con 16 kilometri di strada sterrata arriviamo al parcheggio dell'Oparara Basin, da cui partono i sentieri per visitare i famosi archi di roccia.

Andiamo a vedere l'Oparara Arch.

 

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Il sentiero richiede circa tre quarti d'ora e attraversa una foresta di bellezza straordinaria: grandi alberi da cui pendono licheni ed epifite

 

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felci arboree

 

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massi incombenti coperti di muschi e felci

 

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torrenti che scorrono tra rocce coperte di muschio

 

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felci di tutti i tipi.

L'acqua dei torrenti, anche se molto limpida, ha un color the carico, a causa delle sostanze rilasciate dalle piante in decomposizione.

 

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Arriviamo all'arco, gigantesco...

 

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di calcare chiaro che risalta sulla vegetazione.

Torniamo a Karamea per pernottare. Alloggiamo nel Farm Baches Motel,  accroccato in modo sconcertante e rudimentale, ma il letto è pulito e c'è tutto. I bungalow sembrano costruiti da un dilettante arrangione che ha usato pezzi di legno di scarto.

Spesa al supermercato e cucina in casa. Ricorreremo quasi sempre a questa soluzione, siamo stufi di mangiare in ristorante.

 

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A Karamea in serata proviamo a fare una passeggiata verso il mare, ma si mette a piovere.

Karamea  è un paese inesistente, un benzinaio-centro informazioni, un market, qualche motel. Non c'è traccia di un vero abitato, il telefonino non ha linea.

Al mattino il tempo è variabile e torniamo all'Oparara Basin per visitare il Moira Gate Arch.

Da un'altura si vede la foresta che emana vapori per la pioggia della notte, molto suggestivo.

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Imbocchiamo il sentiero per Moira Gate in una foresta ancor più bella di quella di ieri.
Si cammina come in sogno, aspettando di vedere da un momento all'altro un dinosauro!

 

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Dagli alberi pendono festoni di muschio

 

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e il muschio avvolge i tronchi come un manicotto

 

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Il Moira Gate. Si scende nella grotta, dalla cui volta pendono molte stalagmiti, tenendosi a delle catene per non scivolare sulla roccia umida.

 

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e si sbuca sul letto di un bel torrente.-

 

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usciti dalla grotta andiamo a vedere l'altro ingresso dell'arco

 

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nella passeggiata siamo accompagnati da un uccellino socievole.

 

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e siamo seguiti da un Weka: (Gallirallus australis), un pollastro non volatore, arditissimo, che scava nel terriccio ai nostri piedi.

Abbiamo anche un altro compagno, un uccellino coda-a-ventaglio che mangia i moscerini che ci seguono e che solleviamo con i nostri passi, ma vola velocissimo senza fermarsi mai, qundi non riesco a fotografarlo.

 

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Nel bosco felci stranissime di tutti i tipi

 

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Trine vegetali

 

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Torna il nostro uccellino

 

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Tra felci spuntano i tronchi giganteschi dei podocarpi

 

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usciti dalla foresta costeggiamo il torrente col suo color the

 

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e incontriamo un menage a tre di Paradise Ducks: un maschio con due femmine

 

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il fiore meraviglioso del Pōhutukawa (Metrosideros excelsa) l'albero di natale della Nuova Zelanda. Pare che a natale gli alberi siano coperti di questi fiori.

 

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