Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Il 9 aprile, dopo la visita a Jerash e a Umm Qais siamo rientrati ad Amman e ci siamo smarriti, non riuscendo a ritrovare la strada dell'albergo. I nomi delle strade sono quasi sempre scritti in arabo e i passanti o i vigili urbani non sanno una parola di inglese o di altre lingue diverse dall'arabo. Alla fine per disperazione fermiamo un taxi (i tassisti di tutto il mondo parlano tutte le lingue, tranne uno che troveremo alla fine del viaggio) e gli chiediamo di farci da battistrada e portarci in albergo. Funziona!

10 aprile.
Partiamo per Iraq al Amir, poco a ovest di Amman. E' situata nella valle di Wadi as Seer, una zona rurale verde e tranquilla, con diverse cosa da vedere. Il minareto è fatto di lamiera traforata. Questa zona è abitata dai discendenti di Circassi immigrati qui in passato.

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Le Grotte del Principe, una serie di cavità su due livelli, un tempo abitate. Le grotte puzzano di pesce.  

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Vicino alle grotte questa curiosa struttura, che sembra una piccionaia, ma le cavità sono poco profonde. Non ne capisco il significato.

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

A poche centinaia di metri dalle grotte troviamo i ruderi di Qasr Iraq al Amir , palazzo o  tempio fortificato,  molto suggestivo e guardato da un beduino che ci apre un cancello assicurato da un grosso lucchetto e poi ci chiude dentro. Quando saremo riusciti a farci liberare chiediamo di un gabinetto. Dice di seguirlo e ci porta in una casa vicina, ma è solo per prendere le chiavi di un cesso prefabbricato che però non ha acqua.

Tra gli ornamenti spicca questo felino, forse un Leopardo

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Qasr al Amir è di epoca pre-Romana. L'insieme è imponente e notevoli sono le dimensioni delle pietre usate per la cosruzione

Il guardiano è indaffaratissimo e non riesce a tenere a bada le frotte di turisti

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

 

 

L'interno

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Convolvolus siculus

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Una leonessa allatta i suoi piccoli, fa pensare alla lupa romana ma non c'entra niente.

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Figure di leoni ornano anche i quattro angoli dell'edificio

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Dopo questa visita ci dirigiamo verso Madaba. Città caratterizzata da un caos infernale di auto. Con grande difficoltà e con l'aiuto di un tassista riusciamo a raggiungere la zona archeologica (questa volta è stato molto difficile far capire al tassista dove volevamo andare). Il GPS è inutile perchè non ha i nomi delle strade giusti, pare che cambino spesso.

A Madaba si sono dei mosaici romani considerati importanti. Noi siamo rimasti un po' delusi

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Dopo Madaba raggiungiamo il Mar Morto con una lunga discesa un po' noiosa.

La strada lungo il mare verso  sud è bella e costeggia gole spettacolari.  

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Facciamo una sosta per vedere la riserva di Wadi Mujib, ma oggi è chiusa.

Possiamo vedere solo imbocco della gola, che è bellissimo. Quando la riserva è aperta si risale il fiume avventurosamente,  credo con attrezzatura da torrentismo.

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

La gola è spettacolare, con alte pareti di arenaria

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

L'erosione crea disegni fantastici

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Il torrente e il caldo invitano a un pediluvio, ma oggi non si può.

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Poi imbocchiamo la strada che dal Mar Morto risale a Karak. Lungo la strada beduini vendono pomodori.  

Appena mi fermo per fare un foto accorrono dal nulla dei cani dall'aria famelica, e dopo un po' arriveranno anche dei ragazzini.

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

La strada per Karak è spettacolosa, in un ambiente di alture desertiche.

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Karak, il castello.

Era uno dei castelli dei crociati, poi occupato e rimaneggiato dagli ottomani.

Il castello sorge su una altura che domina la valle.

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Nella seconda metà del XII secolo, dopo la seconda crociata, Crociati e Mussulmani avevano raggiunto una tregua, che venne ripetutamente infranta da Rinaldo di Chatillon (che doveva essere un poco di buono), il che spinse le forze mussulmane a intervenire, costringendo Rinaldo alla ritirata entro le mura di Karak (pare che Rinaldo usasse buttare giù dagli spalti gli ospiti antipatici). Qui, nel 1183, giunse il Saladino, a capo di un esercito di circa 22.000 uomini, per assediare il castello con l'intenzione di punire l'arroganza di Rinaldo.

Il giorno stesso dell'arrivo dell'armata assediante, all'interno del castello furono celebrate le nozze fra Umfredo IV di Toron, figliastro ed erede di Rinaldo, e la principessa Isabella, sorellastra del re. Saputo del matrimonio reale, Saladino, guerriero spietato ma cavalleresco e generoso, diede ordine ai suoi di risparmiare dai bombardamenti l'ala in cui risiedevano i due giovani sposi, accettando inoltre i doni di Stefania di Milly, la padrona del castello, che gli inviava sul campo la sua parte del banchetto.

L'arrivo di un forte esercito crociato costrinse il Saladino a sospendere l'assedio

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

Nel 1187, nella battaglia di Hattin, Saladino sconfisse i crociati e catturò Rinaldo di Chatillon e il Re di Gerusalemme, Guido di Lusignano. Vedendo che Guido soffriva per la sete Saladino gli offrì cavallerescamente un bicchiere di acqua. Quando però vide che anche Rinaldo cercava di bere, il Saladino, che era generoso ma non scemo, gli strappò dalle mani il bicchiere e con un colpo di spada lo decapitò .

Dopo la battaglia Saladino riprese l'assedio di Karak e questa volta espugnò il castello.

Il Feroce Saladino, mitica figurina degli anni '30, parte di una serie distribuita da Buitoni-Perugina. Era una delle più rare ed ambite dai collezionisti e il premio per il completamento della raccolta era una Fiat Topolino.

 

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

L'ala costruita dai mussulmani dopo la conquista

 

Clicca sulla foto per vederla ingrandita

La volta della Moschea

Dopo la visita al castello andiamo all'albergo che abbiamo prenotato, il Cairwan Hotel, che è un po' fuori dal paese. Molto modesto ma sembra pulito. L'acqua  calda  c'e' di mattina, il pomerggio solo su richiesta.  Ho chiesto, e dopo un po' viene appena tiepida. Per  cena andiamo in auto alla piazza del castello,  passeggiata al crepuscolo con vista bellissima e muezzin che invitano alla preghiera. Cena da Al Fida', trattoria semplice, che ci serve hummus  ottimo con pane caldo, tabulè, zuppa di lenticchie buonissima e un'ottima grigliata di pollo e polpettine. 20 dinar in due.

Notte tranquilla e letti comodi. Doccia non molto funzionale che schizza in tutte le direzioni, bagno piccolo e accroccato.

l