Verbena officinalis Rezzoaglio luglio. Monterosi settembre. Verbenacea. Poco vistosa per i fiori minuti. Usata per curare infezioni e prevenire le calamità. I suoi poteri magici guariscono la peste, il mal di testa e i morsi velenosi. Usata anche per fermare l'emorragia dalle ferite di Cristo in croce. Il nome latino verbena indicava le piante usate nei sacrifici religiosi e deriva da verberare, percuotere perché nelle cerimonie si colpivano simbolicamente i sacerdoti con i rami. Una usanza più saggia è quella di colpire non simbolicamente e con rami più robusti.  I greci ed i latini la chiamavano Hiera botane, l'erba sacra, e le attribuivano dei soprannomi pomposi: "lacrime di Iside", "sangue di Mercurio", "erba di Ercole".  La pianta era consacrata anticamente a Venere, Venus Victrix, incoronata di verbena e mirto e veniva utilizzata nella preparazione dei filtri d'amore. In Gallia la verbena, in celtico ferfaen, comunicava l'ispirazione divina ai bardi che per cantare se ne incoronavano. Considerata una panacea per molte malattie, aveva il pregio di proteggere dal contagio durante le epidemie. 30-50 cm, fiori piccoli a spiga.