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Il nostro giro a nord di Quito.
Dopo una sosta a Cayambe raggiungiamo Otavalo e poi la comunità rurale di Magdalena, dove pernottiamo.
Lungo la via del ritorno visite a Imbaya, Ibarra, Atuntaqui, Cotacachi e alla Laguna Cuicocha |
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Partiamo da Quito diretti a nord. A Quito il traffico è caotico, anche se non come in altre grandi città sud-americane: Lima è peggio!
Lasciata la città ci fermiamo a visitare uno dei tanti monumenti alla "midad del mundo", cioè l'equatore. Questo di Cayambe mi sembra il migliore.
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La grande piazza-meridiana è molto suggestiva e la guida locale con entusiasmo ci spiega un po' di astronomia e di geografia.
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Oltre alla geografia astronomica ci mostra anche delle mappe che spiegano come gli Inca avessero piazzato una serie di monumenti in posizioni scelte in base alla posizione del sole nelle diverse stagioni.
Tra l'altro i responsabili di questo sito promuovono una rivoluzione della cartografia, secondo la quale nelle carte andrebbe posto in alto l'Est e non il Nord....
...mi pongo una serie di problemi riguardanti l'asse terrestre, che va da nord a sud e non da est a ovest o viceversa ma in fondo, contenti loro.... |
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I gabinetti sono la parte migliore, non solo da un punto di vista estetico e di pulizia ... |
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... ma soprattutto per la serietà con cui si affronta il problema delle forze di Coriolis. |
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Non altrettanto avviene in altri monumenti all'equatore molto più famosi di questo.
Qualche giorno dopo infatti un altra "midad del mundo", Inti Nan, che è vicina a Quito, dove un imbroglione identico a quello con la barbetta mostrato sopra esegue dal vero il trucco raffigurato ironicamente nel gabinetto di Cayambe |
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Il gabinetto è circondato da bellissime orchidee
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Qui siamo a Otavalo, cittadina famosa per il suo mercato artigianale che però si è rivelato molto deludente. Forse è migliore nei giorni festivi, quando vengono i contadini a vendere i loro prodotti
Venditrice di achotillo (Nephelium lappaceum)
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E' una Sapindacea (quindi parente dell'Ippocastano). di probabile origine asiatica, qui molto diffusa. Anche se sembrano ricci di mare sono facili da sbucciare e contengono un frutto biancastro e dolce, quasi tutto seme.
Esternamente assomiglia un po' all'achiote (Bixa orellana), una bixacea sud-americana, usata per dare colore ai cibi |
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Queste radici si chiamano "maschua" (Tropaeolum tuberosum) , parenti del nasturzio, e sono comuni in tutti i mercati.
E' uno dei tanti tuberi coltivati dagli inca, |
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Il costume delle donne di Otavalo e della regione circostante è caratteristico, con la camicia ricamata e la collana di palline dorate |
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radice misteriosa |
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la signora si concede un meritato riposo
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Signora molto fiera dal suo costume
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Dopo Otavalo, prima di arrivare a Ibarra andiamo a vedere il Museo Fabrica Imbabura ad Atuntaqui, ospitato nei locali in una ex industria tessile
Il museo è chiuso, ma sono interessanti i monumenti ai lavoratori costruiti con pezzi di macchinari tessili.
Imbabura è il nome della provincia in cui ci troviamo e del grande vulcano che la sovrasta dai suoi 4609 m.
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Ibarra, capoluogo della provincia di Imbabura, secondo la tradizione è la città natale di Atahualpa, l'ultimo imperatore Inca, imprigionato a tradimento e fatto assassinare da Francisco Pizarro |
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Queste statue mi hanno fatto una notevole impressione
...... Da quel fatale giorno in cui fetidi pezzi di melma fuoriuscirono dalle acque ed urlarono alle fredde stelle: "io sono l'uomo".....
(Frankenstein Junior)
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Arriviamo alla comunità contadina di Magdalena, sulle pendici del vulcano Imbabura.
Campi di quinoa (Chenopodium quinoa), una chenopodiacea parente degli spinaci. I piccoli semi sono ottimi e molto validi da un punto di vista alimentare.
Gli inca non avevano il grano, ma coltivavano pseudocereali come la quinoa o la kiwicha (Amaranthus caudatus), adatti alle alte quote delle Ande ed estremamente nutrienti. |
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Dettaglio della spiga della quinoa |
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La casa dove siamo ospitati, |
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in un ambiente rurale molto tranquillo |
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Di questi piccoli coleotteri (credo che sia un Cleride) ce ne erano a centinaia.
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Paola sbircia i lavori di ricamo e di uncinetto della signora Matilde, la padrona di casa |
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Facciamo una bella passeggiata fino a un punto panoramico.
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Dove ci sono anche bei fiori:
una calceolaria |
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Anche durante la passeggiata la signora Matilde è sempre indaffarata con i suoi lavori di ricamo.
In serata Matilde insegna a Paola l'arte del ricamo. I lavori della signora sono davvero ben eseguiti |
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Una bella labiata (lamiacea, se preferite) |
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Un ragno Thomiside simile a tanti comuni anche in Italia |
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Più lontano tra le nubi si affaccia il grande vulcano Cayambe, di quasi 5800 m |
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Accanto alla casa un aratro primitivo, ma qui ancora in uso. Ne abbiamo visti diversi sui campi |
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Il forno della signora Matilde
Cena ottima con zuppa di mais, tilapia fritta e verdure. La sera cala un nebbione |
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Dopo una buona colazione con il latte appena munto dalle mucche locali lasciamo la comunità di Magdalena e visitiamo la cittadina di Imbaya rinomata per sculture in legno: quelle esposte nei negozi sono bruttissime e pacchiane, mentre questo colibri è delizioso. In paese troviamo un artigiano che fa lavori su fogli di cartapesta con disegni in rilievo fatti con colla e carbonato, poi dipinti con acrilico, non male |
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e uno che fa dorature e corone di bronzo dorato.... |
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... io li dipingo e voi li adorate (e mi pagate!)
o se preferite...
io li doro e voi li adorate |
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non capisco se è un monumento ai donatori di sangue o che altro

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Questa rampa a spirale si potrebbe usare per far rotolare delle palline |
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un centauro capellone calpesta un malcapitato che, ingrato, tenta di mordergli gli zoccoli |
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non so perchè ma mi ricorda Guernica, di Picasso |
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A Cotacachi, città del cuoio lavorato, c'è qualche negozio con cose belle, soprattutto sellai.
La cittadina è gradevole e c'è un bel museo delle tradizioni, con diverse cose belle e interessanti. |
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Una meravigliosa macchina per stampare dollari |
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un tornio a pedale |
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e una curiosa opera d'arte fatta con rottami metallici e parti di circuiti elettrici: a seconda di come la guardi rappresenta la testa di un uccello rapace o di un bue. |
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Finalmente un crocifisso diverso da tanti altri |
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Raggiungiamo la laguna Cuicocha (lago dei "cuì", i porcellini d'india), Non è chiaro se il nome sia dovuto alla forma di uno dei due isolotti, il cui profilo ricorda la sagoma di un porcellino d'india o il fatto che negli isolotti vivessero i cuì.
Il lago occupa uno dei crateri del vulcano Cotacachi
E un posto molto suggestivo, a oltre 3000 metri di altitudine.
L'accesso agli isolotti è proibito
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Pranziamo al ristorante-albergo sul lago, con empanadas e insalata.
Il Locale offre anche un pacchetto " luna di miele" che comprende cena romantica e camera da letto con letto coperto di petali di fiori oltre che fornitura di legna per il caminetto per tutta la notte...
sarà che i novelli sposi sono freddolosi o forse stanno tutti nudi fuori delle coperte e il gestore teme che non si agitino abbastanza per riscaldarsi
Facciamo una passeggiata sul ciglio del cratere, lungo un sentiero pieno di fiori bellissimi.
Questa credo che sia una Lamourouxia, parente delle bocche di leone |
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Questa asteracea è una delle piante fiorite più comuni in questa zona |
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Una Calceolaria |
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Un fiore che non so cosa sia |
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Una specie di mirtillo locale, non lo ho assaggiato per sicurezza |
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Sembra un Erythronium, un parente del giglio |
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Il terreno vulcanico fertilissimo, insieme al clima favorevole facilita fioriture spettacolose |
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Una strana orchidea, elleanthus |
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fiori dai colori straordinari |
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Una meridiana
presso questa laguna sorgeva uno dei monumenti al sole degli Inca, probabilmente luoghi per osservazioni astronomiche
In occasione della festività del sole, al solstizio d'estate, gli sciamani fanno un bagno rituale nella laguna per purificarsi (cioè si lavano, speriamo che si lavino anche in altre occasioni) |
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Un'orchidea del genere Epidendrum |
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sembra una salvia dal colore strepitoso |
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questi fiori sono di un rampicante molto decorativo, la Passiflora trifoliata |
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Ci dirigiamo verso Quito, col tempo in peggioramento
Un dipino murale con gli artisti all'opera |
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alberi di algarrobo coperti da quelli che da lontano sembrano licheni e invece sono bromelie, credo Tillandsia |
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Lungo la strada incontriamo bei fiori colorati e in serata arriviamo a Quito con un po' di pioggia e molto traffico |