Viaggio Roma- Perth, con scalo a Dubai, interminabile.
All’aeroporto di Dubai, da bravi mussulmani, giustamente nelle toilettes ci sono le vasche per lavarsi i piedi prima della preghiere, con la scritta “solo per abluzioni” forse per evitare che qualche miscredente le scambi per pisciatoi. Aeroporto silenzioso, senza annunci per altoparlante. Una meraviglia.
A Perth lunghe formalità in arrivo, con due file, in teoria per controllo e ricontrollo bagagli, ma che poi non controllano nulla.
Trasferimento in albergo in taxi con autista di origine calabrese di Taurianuova, molto vecchio che guida come una lumaca. Cena in ristorante cinese vicino all' albergo. Buono veloce e non costoso (32 dollari austrliani in due). Rientrati in albergo sul terrazzino della camera provo il navigatore del telefonino, sedendomi su una poltroncina di plastica piena d’acqua: semicupio involontario, comunque il navigatore funziona. In albergo la receptionist è una ragazza bellunese che si stupisce che noi conosciamo Belluno.
La cartina riporta il nostro giro in auto, in rosso la Gibb River Road, quasi tutta sterrata e in blu quella asfaltata, percorsa al ritorno. Sottolineate le località visitate con soste, cerchiate in blu le località dove abbiamo pernottato.

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10 giugno
Finalmente abbiamo dormito! Colazione e taxi per aeroporto per il volo Perth-Broome. Check in completamente automatizzato, con macchinette che erogano boarding pass e tagliandi per bagagli, che poi porti ai nastri che controllano tutto. Molto efficace.

Aeroporto tranquillissimo. Partenza puntuale e arrivo a Broome, che loro pronunciano "Breme", un po’ in anticipo. Aeroporto piccolissimo artigianale con casette in legno. Ritirata alla Hertz una gigantesca Landcruiser Prado a trazione integrale con cambio automatico. Strada per Derby ottima, 220 km con traffico quasi zero.

 

 

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Gli elementi salienti del paesaggio sono dei bellissimi baobab (Adansonia gregorii), che qui chiamano boab.

 

spesso crescono a gruppi

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alcuni sono veramente grossissimi, con la corteccia in genere chiara e lucida.

A Derby, dove arriviamo nel pomeriggio, la strada princaple è alberata con boab.

Alloggiamo all'Hotel Spinifex, brutto da vedere, con tante costruzioni in lamiera, ma comodo e pulito.  Molto caldo, circa 34 gradi ma in camera c'è l'aria condizionata.

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Facciamo una passeggiata per vedere il tramonto sul mare. Qui le maree sono altissime, oltre 10 metri.

Con la bassa marea si scoprono grandi spiagge fangose

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Il panorama comincia a colorarsi

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e in pochi minuti le tinte sono splendide.

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Facciamo un po’ di spesa al supermercato per avere qualche frutto e acqua per il viaggio dei prossimi giorni, poi a cena  in albergo, dove c'è l'unico ristorante a portata di piedi. Aspettiamo quasi 45 minuti con Paola che appassiva a vista di occhio poi protestiamo: si erano dimenticati di noi! Poi in 5 min arriva pesce con patatine.  Circa 40 dollari australiani in due. Non male.

Derby è un paese strano, semideserto. Tutto chiude alle 18,30 ma la mattina aprono presto. Provato il navigatore sygic del telefonino funziona bene. Qui, e poi per tutto il viaggio, negli alberghi nessuno chiede passaporti o documenti, solo raramente la carta di credito

 

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12 giugno.
Colazione mediocre e partenza circa alle 7, verso il vicino imbocco della Gibb River Road.

Prima dell'imbocco incrociamo il Prison boab, un enorme albero cavo che veniva usato per tenere imprigionati gli aborigeni in attesa di mandarli ai lavori forzati.

Finalmente ci immettiamo sulla Gibb River Road con un po' di emozione. Sulle guide è descritta come l'ultima grande avventura etc etc.
Per i primi 80 km la strada è asfaltata poi diviene una ottima sterrata. Si viaggia bene a 80- 90 km/h. Lungo la strada sento un rumore strano sotto la macchina. Mi fermo a guardare e trovo infilata tra le ruote una stampella per sciancati, di alluminio.
Si incontrano pochissime auto, spesso con traino. Un paio di camion. Incontriamo anche un ciclista solitario.... deve essere un masochista.

 

A circa 120 km da Derby imbocchiamo la deviazione per Windjana Gorge e Tunnel Creek, circa 25 km di sterrata buona ma molto polverosa. Qui il traffico è un pò maggiore probabilmente perché queste sono localià famose e inserite in un anello breve che collega Derby a Fitzroy Crossing. Noi arriviamo soltanto a Windjana Gorge, visto che abbiamo deciso di visitare Tunnel Creek alla fine del viaggio, rientrando a Broome.

Windjana Gorge è un parco con ingresso a pagamento. 17 dollari fai da te: Calcoli l’importo in base a una tabella, metti i soldi in busta e imbuchi. Pare vero in Italia. Come ovunque anche qui al parcheggio trovi ottimi gabinetti pulitissimi.

Le gole sono sovrastate da imponenti pareti rocciose

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Appena cominciata la passeggiata nelle gole incontriamo il nido dell'uccello giardiniere maggiore, con il suo giardino addobbato

 

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Questo uccello giardiniere (Chlamydera nuchalis) costrusce un nido di pagliuzze e arreda il terreno antistante con oggetti vari, ognuno ha le sue preferenze.

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Questo usa sopratutto conchiglie e ossicini.

Il maschio dedica molto tempo al suo giardino, la cui bellezza attira irresistibilmente le femmine.

Lui, un po' ansioso, attende che qualche ragazza venga a vedere ll suo lavoro.

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La visita a Windjana Gorge prevede una bella passeggiata di circa 2 ore, su un sentiero agevole che segue un corso d'acqua tra alte pareti, insinuandosi anche in fessure della roccia.

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Nel corso d'acqua ci sono tanti coccodrilli (Crocodylus johnstoni, il coccodrillo d'acqua dolce australiano). 

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Pareti spettacolose.

Fa abbastanza caldo

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davvero tanti coccodrilli a crogiolarsi al sole.

Questi coccodrilli hanno il muso sottile e allungato, un po' come quello del gaviale indiano.

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l'erosione scolpisce forme fantasiose

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il fiume è abbastanza torbido

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L'erosione crea nelle rocce un effetto di canne d'organo

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Il sole rovente inviterebbe a un bagno rinfrescante, ma l'acqua è limacciosa

e ci sono già molti bagnanti

Questi coccodrilli sono di buon carattere e non aggressivi e pericolosi come il parente australiano più grande, il coccodrillo marino (Crocodylus porosus).

Comunque meglio non averli nella vasca da bagno, visti i dentini che hanno

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i panorami sono spettacolosi

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Paola importuna un cocodrillo che sdegnato si allontana

 

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belli i contrasti di colore nel calcare

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Sculture nella roccia

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Questo bel fiore è un Kapok selvatico. (Cochlospermum fraseri), detto localmente wanggu, che produce una fibra simile al cotone

Gli aborigeni utilizzano la fibra e mangiano i tuberi della pianta

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Terminato il giro nella Windjana Gorge torniamo sulla Gibb River e poco dopo imbocchiamo la deviazione di circa 39 km per Bell Gorge.

Con una passeggiata di circa un'ora si raggiunge un corso d'acqua che forma una serie di cascate e di laghetti balneabili molto belli

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con qualche facile guado si passa da un laghetto all'altro rinfrescandosi i piedi

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affacciandosi su deliziose cascatelle

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e specchi d'acqua circondati da pareti variopinte

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tornati sulla Gib River raggiungiamo presto il minuscolo villaggio aborigeno di Imitji, mimetizzato tra la vegetazione, dove a un minimarket compriamo qualche frutto per il viaggio di domani.

 

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Dopo pochi minuti arrivo a Bell Gorge Camp, verso le 4.45.

Ottimo campo tendato. Tende con bagno e doccia. Questa è la nostra tenda

Cena e colazione comprese nel prezzo del pernottamento contrariamente a quanto scritto nel programma.

Cena eccellente e raffinata, anche se per  molte cose non ho capito di che si trattasse, comunque bruschetta con burro aromatizzato, antipasto, arrosto con contorni e dolce.

Il Campo è gestito da un gruppo di ragazzi molto simpatici e gentili.
Siamo stati fortunati visto che a quanto pare in genere danno cena fredda. I clienti del lodge sono tutti circa della nostra età.

 

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tramonto variopinto dal campo

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13 giugno


Il vicino di tenda russa come un trombone, ma con i tappi nelle orecchie ho dormito bene. Notte molto fresca. Ottima colazione con yogurt eccellente.

In partenza mi  ero preoccupato per il carburante, visto che i distributori sono pochi e lontani l'uno dall'altro (Derby, Mt. Barnett, El Questro). In realtà, fatto rifornimento a Derby, il serbatoio è ancora quasi pieno.

Comunque domani faremo rifornimento a Mt Barnett evitando, su consiglio della Hertz il benzinaio di Imitji, che pare sia più caro o abbia gasolio sporco.

La strada è sempre buona, ma molto monotona

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Ogni tanto si attraversa qualche corso d'acqua, ma in questa stagione hanno poca acqua e non destano preoccupazioni

In qualche tratto i corrugamenti della strada sono notevoli

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Ma la nostra auto assorbe molto bene i corrugamenti e non si preoccupa dei guadi

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Dopo circa 40 km di strada raggiungiamo un bivio segnalato da un cartello preoccupante: andiamo o non andiamo?

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Una breve deviazione su strada un bel po’ sconnessa ci conduce a Adcock Gorge 

 

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Dove c'è un bel laghetto. Ci siamo solo noi

 

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Facciamo una passeggiata intorno al laghetto.

Quando stiamo per ripartire arriva un'altra auto. Saranno gay?

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Il cartello, visto dall'altro lato, spiega meglio l'indicazione

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Riprendiamo la strada sempre tra alberi di boab, che fanno pensare a grandi turaccioli

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Nuova sosta a Galvan Gorge, dopo meno di 20 km.

Breve passeggiata per raggiungere un bel laghetto con cascatella.

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Davvero un posto piacevole

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Un sentiero scosceso ci permette di arrivare in cima alla cascata. dove c'è un mini-laghetto alimentato da altre cascatelle e da acqua che scorre sulla vegetazione ricadente.

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Il sentiero di accesso è piacevolissimo, incontriamo martin pescatori e bei fiori di loto

 

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mentre un airone ci guarda curioso. Credo che sia una garzetta facciabianca (Egretta novaehollandiae)

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Dopo un quindicina di km sosta per rifornimento di gasolio a Mount Barnett e quindi deviazione di circa 30 km per Manning Pool con bagno piacevolissimo nel laghetto con tanto di barchetta con corda a carrucola.

Facciamo un tentativo di gita a Manning Gorge, abortito perchè l'itinerario si rivela sgradevole in ambiente bruttissimo e rovente.

 

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Dopo un altro bagno nel laghetto partenza verso Mt. Elizabeth, la nostra meta per il prossimo pernottamento

Al parcheggio di Manning Gorge, oltre ai soliti impeccabili gabinetti che sfruttiamo per cambiarci dopo i bagni, c'è un bellissimo boab.

 

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Dobbiamo percorrere una trentina di km di strada abbastanza buona, con alcuni facili guadi.

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L'ambiente è abbastanza monotono, ogni tanto ci sono scorci verso pareti rocciose.

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Raggiunto il bivio per mt. Elizabeth imbocchiamo una deviazione di una trentina di km, molto ondulati, in salita.

Arrivo al tramonto, con luci molto belle in posto molto accogliente e tranquillissimo. Stanza buona con servizi in comune nella porta accanto. Comunque buoni e puliti. Qui il telefonino non prende. Serata fresca.

Cena insieme a due coppie di australiani. Lasagne con troppa carne e insalata. Qui lavora come temporanea una ragazza siciliana, Sara, biologa laureata in acquacoltura (responsabile delle lasagne).

 

 

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14 giugno
Passeggiata di 3-4 km al mattino presto intorno alla fattoria. Nulla di speciale. Molti wallaby.

Mt. Elizabeth station è una azienda dedicata all'allevamento del bestiame che offre ospitalità ai turisti.

Visto che qui gli allevamenti sono allo stato è brado, di bestiame non se ne vede e non si ha la sensazione di essere ospitati in un allevamento di bovini,

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L'ambiente è piatto e con tanti eucaliptus

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con tronchi bianchi bellissimi.

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raggiungiamo un laghetto

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karkadè, Hibiscus sabdariffa rosella

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il vento, facendo ruotare dei fili d'erba ha disegnato la sabbia in cerchi concentrici

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belle bacche, dovrebbe essere Petalostigma pubescens, detto localmente quinine bush, l'arbusto del chinino. Gli aborigni mangiano le bacche e ne fanno medicinali

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e fiori di eucaliptus

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Partiamo per l'ultima tappa sulla Gibb River Road, per raggiungere Emma Gorge Resort, dove passeremo due notti. E' la tappa più lunga, di oltre 300 km, ma asfaltata nell'ultimo tratto .

Strada lunghissima e noiosa, spesso molto ondulata.

Qualche guado interrompe la monotonia. Qui incrociamo uno dei rari motociclisti.

Incrociamo anche un'auto con traino che aveva perso una ruota e dopo un po’ una con gomma scoppiata.

Per fortuna noi non abbiamo avuto problemi.

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Dopo circa 140 km noiosi facciamo una sosta a Ellembrae, stazione celebre per i suoi scones e  la spremuta di mango.

Il terreno diventa più mosso e nelle salite si incontra qualche tratto di strada asfaltata.

Ci stiamo avvicinando alle alture che costeggiano il Pentecost River, dove ci aspetta il guado più impegnativo e famoso di tutto il percorso.

 

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Traversamento del Pentecost river, che mi aveva molto impensierito durante la preparazione del viaggio.

Tutti i camion che, per fortuna, non abbiamo incontrato lungo la strada, sono radunati qui.

Forse c'è l'usanza di attraversare in comitiva, per motivi di sicurezza.

 

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Il Pentecost River è suggestivo, ma pare che sia infestato di coccodrilli (quelli cattivi, voracissimi antropofagi!).

Rimanere bloccati a metà guado deve dare qualche preoccupazione.

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Anche le auto sostano a lungo prima di attraversare, forse per fare fotografie.

Ora l'acqua è bassa, arriva appena al mozzo della ruota, e la corrente molto scarsa

Immagino che in altre stagioni il guado sia molto più impegnativo e, con le piogge, impossibile.

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Attraversiamo anche noi, senza alcuna difficoltà, seguiti subito da altre auto.

Chissà come fanno i motociclisti, se incontrano un coccodrillo. L'importante è avere gli stivaletti, immagino.

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Qui il paesaggio migliora e diventa molto mosso.

Dopo un po' comincia la strada asfaltata. Superato il bivio per El Questro, a circa 280 km dal bivio di Mt. Elizabeth, dopo circa una dozzina di km arriviamo a Emma Gorge. Posto lussuoso. Ottima tenda-bungalow con servizi. Prenotiamo alla reception le attività per domani: giro in elicottero e escursione in fuoristrada con guida a Explosion Gorge. Cena con carne di canguro, buona ma un po’ dolciastra.

 

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Il campo si trova ai piedi di una scogliera calcarea, dove sbocca il corso d'acqua che forma una gola, Emma Gorge.

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15 giugno
Notte silenziosa e abbastanza fresca, colazione non a buffet, devi ordinare.

Alle 9 decolliamo per un giro in elicottero sopra le gole, molto bello e interessante, che permette di capire la morfologia del territorio.

A quanto racconta il pilota le aquile trasportano rametti accesi per propagare incendi e stanare la selvaggina. Sarà vero?

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panorami dall'elicottero

 

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Il campo di Emma Gorge visto dal cielo

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con la strettoia di Emma Gorge.

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dall'alto è evidente la struttura del territorio: un altopiano solcato dalle profonde gole dei torrenti, pieni d'acqua durante la stagione delle piogge e quasi asciutti nel periodo secco.

Ora siamo in una stagione intermedia

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stiamo per atterrare in prossimità del campo

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Paola con pilota ed elicottero

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un bel fiore di acacia

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Dopo mezzogiorno trasferimento a El Questro Station per una escursione accompagnata a Explosion Gorge.

El Questro è un posto molto affollato, con camping, bungalow, locali etc. e deve esserci molta confusione. Quando rientriamo dalla escursione, un po' prima delle 18 c’è musica dal vivo a tutto volume.

Per fortuna Emma Gorge, dove alloggiamo noi, è molto più tranquilla.

Partenza per il giro alle 14 con una camionetta pilotata dalla guida, la signora Dee. Siamo in gruppo con tre coppie di australiani.

Ci fermiano a contemplare un enorme boab, vicino al fiume Chamberlain

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La strada in alcuni tratti è molto difficile e sconnessa. Ci avviciniamo al guado del Chamberlain

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Il guado è pieno di sassi molto grossi e mobili.

 

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Arriviamo alla Explosion Gorge sul fiume Chamberlain, che è un affluente del Pentecost

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La strada per arrivare a Explosion Gorge è davvero terribile, non credo che sarei stato in grado di percorrerla in auto.

La guida ha portato un piccolo motore fuoribordo e faremo un giro in barca, in un ambiente spettacolare.

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andiamo a imbarcarci

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e poi navighiamo sul fiume

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tra alte pareti colorate

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Si chiama Explosion Gorge perchè lo scopritore ci pescava con le bombe.

I tronchi depositati sopra le rocce ci fanno capire di quanto aumenti il livello del fiume durante la stagione delle piogge

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con la piena deve essere uno spettacolo imprssionante

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qui credo che si trasformi in un fiume enorme e vorticoso

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pareti imponenti di calcare

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una spiaggetta probabilmente piena di coccodrilli che attendono l'incauto turista

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l'acqua ha scavato dei camminamenti negli strati più cedevoli

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Il giro in barca termina nel tardo pomeriggio, quando le luci sono più belle

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attenti ai coccodrilli (qui ci sono quelli cattivi, i coccodrilli marini, Crocodylus porosus).

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Rientrando verso El Questro facciamo una sosta panoramica aspettando il crepuscolo al Branco lookout, con picnic a base di crackers e formaggi e bevande varie. Gli australiani scolano birre e spumante. Una signora si beve da sola quasi una bottiglia di spumante.

Per fortuna ci offrono anche acqua.

 

 

 

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Qui vicino c'è un lodge extra lusso, The Homestead da 3000 dollari a notte e oltre.

Più tardi, quando comincia a fare buio, potremo vedere le sue luci (gratis).


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Dal Branco's lookout si vede bene la confluenza the il Chamberlain e il Pentecost

La strada tra El Questro e Emma Gorge ha tre guadi ma facili.

Arriviamo a Emma Gorge verso le 18,30 doccia e cena ottima con barramundi (un grosso pesce che si trova sia in acqua dolce che in mare) alla griglia.

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Questa è la nostra tenda, molto confortevole. Si affaccia su un corso d'acqua fiancheggiato da alberi che in certe ore brulicano di uccelli che schiamazzano

Qui i telefonini non funzionano. Compro una scheda telefonica per usarla nel telefono pubblico ma non sembra funzionare, anche con l'aiuto volenteroso di una cameriera del ristorante.

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La Gibb River Road è complessivamente una sterrata molto facile, almeno in questa stagione e con una auto robusta e alta come la Toyota Land Cruiser. Ricordiamoci però che noi siamo abituati alle strade di Roma (Virginia Raggi Roads, dal nome di un famoso sindaco della capitale) che sono molto peggio.

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Ora siamo sulla Great Northern Highway, ottima strada asfaltata, che percorreremo per rientrare a Broome.

Ci fermiano a fare il pieno di gasolio a Doon Doon, dove il gestore espone avvisi sessisti.

Forse le mogli non possono provare a lasciare in pegno i mariti, in cambio di in pieno?

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16 giugno
Partenza verso le 8.30 tutta strada asfaltata a due corsie ottima.

Si viaggia bene sui 100 km/h. Traffico scarsissimo.

Il paesaggio è abbastanza vario.

Panorami lungo la highway

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Facciamo una sosta al centro di arte aborigena di Warmun, più o meno a metà del nostro percorso di oggi, che prevede in tutto circa 340 km.

Sono esposte pitture bellissime, con straordinari accostamenti di colore e figure stranissime.


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la maggior parte dei quadri sono astratti

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gli artisti utilizzano colori naturali, ottenuti da minerali locali macinati

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Pochi dipinti, che non ho fotografato, rappresentano in modo riconoscibile dei paesaggi, e mi sono sembrati molto meno interessanti

Il centro è aperto, ma non c’è anima viva. Giriamo a lungo senza che si affacci nessuno.

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La toilet del centro arte aborigena: molto istruttivo e anche preoccupante il cartello.

Ci devi pensare bene e controllare prima di sederti.

 

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Fuori del centro espositivo c'è un bel sasso dipinto

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Arrivo a Halls Creek verso le 13,45 e deviazione verso sud-est per andare a vedere la "muraglia cinese" .

 

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E' una lunga vena di quarzo bianco che spicca in mezzo al colore bruno-rossiccio dominante.

La vena di quarzo, molto più resistente all'erosione delle rocce calcaree circostanti, emerge in alcuni tratti di qualche metro

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intorno sboccia qualche bel fiore. questo assomiglia alla borragine

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Facciamo un tentativo verso Swapit Gorge, ma è troppo lontano, siamo stanchi e accanto alla strada ci sono incendi un po’ preoccupanti,

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col vento che spinge il fuoco verso la strada.

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decidiamo quindi di tornare indietro con qualche sosta per ammirare i termitai

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ce ne sono moltissimi

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con le forme più strane.

il paradiso dei formichieri

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A Halls Creek alloggiamo al Kimberley Hotel, veramente ottimo. L'edificio principale dell'hotel è una vecchia costruzione signorile della prima metà del ‘900 con mobili, vecchio pianoforte e foto di epoca. Le camere sono in edifici separati, in un grande giardino. Chiediamo informazioni per visitare il centro di cultura aborigena. Quelli dell’hotel fanno una faccia un po’ schifata, comunque ci danno una cartina, andiamo ma il centro è chiuso.

Questa cittadina ha una popolazione essenzialmente di aborigeni, ma quelli che si vedono in giro hanno una aria derelitta. L’albergo è recintato con filo spinato, sembra di essere in Sud Africa o in Namibia.
Cena in albergo a base di riso al curry con salsiccia. Discreto. Temperatura fresca. Telefoniamo a Giovanna dal telefono  dell’albergo, gentilmente concesso gratis. Poi alla fine funziona anche il telefonino che prima non dava segni di vita.

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17 giugno

Qui la colazione è servita già dalle 5 di mattina, evidentemente in questo hotel si fermano viaggiatori con progetti di lunghi percorsi. Noi mangiamo verso le 6.15 e poi partiamo verso Fitzroy Crossing, che dista circa 290 km. Fa fresco, circa 15 gradi. Strada noiosa ma ottima anche se non larghissima. Lungo la strada ci sono posti di sosta attrezzati per camper, molto frequentati, con gabinetti buoni.

In circa tre ore raggiungiamo Fitzroy Crossing e poi proseguiamo per una quarantina di km, fino a imboccare la Leopold Downs Road, una buona sterrata che, in circa 70 km conduce a Tunnel Creek (e, proseguendo, arriva a Windjana Gorge, che noi abbiamo visitato all'andata, per poi ricongiungersi alla Gibb River Road).

Lasciata la superstrada il paesaggio diventa più interessante, con tanti boab.


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Arrivati al parcheggio di Tunnel Creek imbocchiamo un breve sentiero verso le pareti rocciose che sovrastano la grotta

 

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Alcuni cartelli ricordano la lotta degli aborigeni Bunuba e del loro leader Jandamarra, che si svolse proprio in questa zona. Si tratta di uno dei numerosi tentativi da parte di tribù di aborigeni di resistere ai colonizzatori bianchi.

La lotta di Jandamarra ebbe come centro la zona di Windjana Gorge, che gli aborigeni considerano sacra. I Bunuba combatterono per molti anni a partire dal 1885 e, grazie alla perfetta conoscenza del territorio riuscirono a tenere a lungo in scacco i bianchi.

 

Vicino all'ingresso della grotta incontriamo un visitatore.

E' un emittero ma non so proprio di che specie sia.

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Il sentiero di accesso al Tunnel Creek si insinua tra grandi massi.

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L'ingresso al tunnel è molto ampio.
l'insieme, con le grandi pareti che lo sovrastano la grotta, è impressionanate
c

imboccato il tunnel si cammina per circa di 1 km, un po' all'asciutto e un po' sguazzando nella acqua.

 

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C'è qualche bella concrezione, con attiva deposizione di calcare .

Il tunnel è scavato nel calcare che deriva da un antichissimo reef risalente al devoniano.

sono quindi rocce di oltre 350 milioni di anni

 

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c'è qualche altro turista con bambini che esultano all'idea di sguazzare nell'acqua

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Durante la guerra contro i bianchi Jandamarra si rifugiò nel tunnel, dove gli inseguitori credevano di averlo intrappolato, ma sembra sia riuscito a sfuggire tramite questa apertura sulla volta della grotta, che i suoi inseguitori non conoscevano.

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Paola ha avuto qualche avventura con le scarpe: ha provato a camminare che dei sandaletti di plastica ma erano troppo scivolosi, quindi ora lo tiene in mano e si è messa le scarpe..... tanto poi si asciugano.

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la presenza dei laghetti aumenta il fascino dela grotta

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qui finisce il tunnel

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che si apre in un ameno corso d'acqua

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Jandamarra continuò la sua guerra contro gli invasori fino al 1897. Soltanto grazie all'aiuto di un abile cercatore di tracce aborigeno, appartenente ad un'altra tribù, fu rintracciato e ucciso proprio qui, all'ingresso del tunnel,

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queste tracce nel calcare suggeriscono la presenza di qualche fossile, ma in realtà è soltanto erosione

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questo fa proprio pensare alla famosa leggenda che i baobab siano alberi piantati a testa in giù, con le radici per aria. Una delle versioni racconta che in origine era un albero meraviglioso, con una chioma abbondante e rigogliosa, ma che si vantava troppo della sua bellezza.

Qualche dio, per punire il suo orgoglio, la avrebbe sradicato e ripiantato a testa in giù.

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Torniamo sulla strada principale e rientriamo a Fitzroy Crossing.

Qui siamo proprio sul ponte moderno che attraversa il fiume Fitzroy.

Il vecchio ponte, che passa quasi a pelo d'acqua, è praticamente sempre chiuso al tradffico.

 

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L'albergo a Fitzroy Crossing, Il Fitzroy River Lodge, ha anche un grande campeggio quasi vuoto. Le camere sono in un edificio rialzato, forse per le piene del fiume Fitzroy che è proprio accanto, e si affacciano su un balcone coperto con vista sul grade prato con eucaliptus del campeggio.

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Al tramonto, mentre sto seduto nel balcone a leggere, passano velocissimi tre canguri, inseguiti da un cane, inseguito a sua volta dal padrone che si sbraccia.


Buona cena a buffet in albergo, a base di verdure finalmente!

 

 

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18 giugno
Sveglia presto, colazione a buffet e partenza alle 7 per Geike Gorge, 18 km asfaltati da Fitzroy Crossing. Passeggiata tra grandi rocce e vista sul fiume. Bello.

Al centro visitatori dei cartelli segnano il livello raggiunto dall'acqua nei diversi anni durante la stagione delle piogge

 

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Meglio non parcheggiare da queste parti quando piove!

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Passeggiando per Geike Gorge

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Qui l'erosione ha prodotto pinnacoli di forme strane

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solcati come da unghiate

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il sentiero gira attorno alle rocce svelando sempre nuove prospettive

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queste rocce mi ricordano i surreali e squinternati paesaggi del fumetto dei primi decenni del '900, Krazy Cat, di George Herriman

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un nido tra le rocce

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le scogliere calcaree sul fiume Fitzroy.

Chissà se la fascia bianca corrisponde alle piene del fiume?

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una bella bacca che ricorda l'uvaspina. Invece è una parente delle euforbie, Adriana glabrata.

graffiti misteriosi

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belle luci tra gli eucalipti

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Poi verso Broome, quasi 400 km noiosissimi.

Alloggiamo al Mercure Hotel, grande e semivuoto, vicino al mare. Cena in albergo (siamo lontani dal centro), non cattiva ma scarsa. Servizio penoso con cameriere bellocce con minigonne vertiginose.

Ordiniamo pane tostato e ci portano scallops, faccio notare l'errore e, forse per vendetta, ci portano via le forchette e stentano a lungo prima di riportarle. Richiediamo il pane invano ma almeno rimagono le scallops.

Accanto a noi una signora sola beve vino rosso trafficando con il telefonino, ascolta qualcosa da grandi cuffie, sogghignando, poi mette delle gocce di qualche liquido misterioso sia nel bicchiere mezzo pieno che nella bottiglia.

Alla fine si alza e se ne va, sempre sogghignando, portandosi via bottiglia e bicchiere.

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