9 marzo. Lasciata Cafayate seguiamo verso nord la ruta 40, per Molinos e poi Cachi.

La strada, tranne un breve tratto, non è asfaltata, ma è in buone condizioni: in alcuni punti la 40 sembra un viottolo di campagna.

Molto bella soprattutto la prima parte, tra rocce colorate. Dopo Cachi lasciamo la 40 e, per la Cuesta del Obispo, dopo una salita fino a 3400 m ci dirigiamo a Salta. La parte bassa della valle è verdissima, con foresta. Comunque il tragitto Cafayate-Salta è molto lungo e si va molto piano, per curve, sterrato e guadi.


Salta è un gran casino, sporca e trafficata. Albergo così così in una posizione spaventosa: tra strade pedonali tipo Porta Portese, affollate da una umanità disperata che brancola tra bancarelle insulse e negozi orrendi.  Un vigile dirige il traffico con un fischietto che modula in tutti i toni possibili.

Al contrario il centro storico ha bei palazzi e uno splendido convento cinquecentesco con bellissimo portone del '700 . Buona cena vicino al convento con empanadas e  stufato di verdure con capretto. In albergo un bacherozzo passeggia in bagno, ma sembra solo.

 

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La strada percorre la Valle Calchaquìes, piccoli villaggi in un paesaggio aspro e arido, con rocce policrome.

Ogni paesino ha la sua chiesa bianca

 

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Sempre gradevoli e semplici

 

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Molte case hano questa struttura, con un portico all'esterno e in genere un patio all'interno, su cui si affacciano tutte le camere. Evidentemente è il modo migliore per stare freschi-

 

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Il terreno è eroso in modo spettacolare.

Qui piove di rado, ma quelle poche volte si aprono le cateratte del cielo

 

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Sembra che gli abitanti di questi paesi amino i cibi piccanti

 

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Dal pesaggio semidesertico emergono rocce erose

 

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che creano bei giochi di ombre

 

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Molinos è il paese più importante ed è delizioso.

 

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A Molinos il patio di un edificio che comprende museo, ufficio turistico, osteria.

 

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Peccato che non è ora di cena

 

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l'albero nel cortile è grandioso

 

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La chiesa di Molinos

 

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con il suo tabernacolo

 

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Molte case hanno la porta di ingresso sull'angolo

 

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Questo è un museo, con la sua porta d'angolo.

Il signore con la barba non è Mazzini, ma il signor Isasmendi, ultimo governatore di Salta in periodo coloniale.

 

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Nel museo un manifesto sui danni della guerra civile tra unitari e federali, che insanguinò il paese subito dopo l'indipendenza dalla Spagna

 

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un bel portone con data

 

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Macchine ce ne sono poche, anche i paesani, almeno a quest'ora, sono rari.

Se il cavaliere avesse i pistoloni potremmo essere in un film western

 

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Ogni paesino ha la sua scuola e di continuo trovi bambini col grembiulino bianco (non si capisce che orari abbiano)

 

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Arriva al saloon col suo cavallo e ordina una Coca Cola

 

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La folla in paese è un po' fastidiosa

 

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La chiesa di Cachi con un bel soffitto a travi ti legno

 

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Qui c'è anche un allevamento di Vigogne

 

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case in tinta con l'ambiete, sempre con il loro portico

 

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in un paese minuscolo la chiesetta

 

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Carbonaie. Si riempie di legna la cupola, si accende e poi si regola il tiraggio chiudendo con mattoni le aperture

 

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Qui lasciamo definitivamente la ruta 40.

Siamo a 4510 km da Cabo Virgines, nel lembo più meridionale della Patagonia

 

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Laciata Cachi ci dirigiamo verso la Cuesta del Obispo, in mezzo ai Cardones

 

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Ma il tempo si preannuncia brutto.

Si dice che i panorami dalla Cuesta del Obispo siano spettacolosi, ma non avremo il piacere di vederli

 

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Superato il valico della Cuesta del Obispo scendiamo, in mezzo alla nebbia da cui spuntano fiori colorati

 

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anche vistosamente

 

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Un lama pascola al margine della strada

 

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Durante la discesa dal valico diamo un passaggio a un vecchia con nipotino. Ci lamentiamo della sfortuna di aver incontrato nebbia, ma la vecchia ci dice che è sempre così.

Anche d'inverno? chiediamo

No, d'inverno è peggio e fa anche freddo!

 

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